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Al centro di Napoli

27 Giugno 2015 , Scritto da Salvatore Con tag #napoli, #vesuvio

C'è una cosa che nonostante io sia sportivo e dinamico come un koala mi piace fare: andare in giro a piedi per il centro storico di Napoli. Non è che lo faccio spesso ultimamente, prima di più ma in pratica ci lavoravo al centro storico, quindi era un percorso quasi obbligato.

Adesso sto a Fuorigrotta col lavoro, e con tutto il bene che voglio al quartiere dove gioca il Napoli non è la stessa cosa. Non so quanti di voi abbiano mai fatto la pensata di arrivare ai Quattro Palazzi (Piazza Nicola Amore per gli stranieri) e salire Via Duomo per poi girare in Via dei Tribunali e continuare fino ad arrivare a Port'Alba.

Poi magari arrivati a quel punto scendere Via Toledo, passare per Piazza Dante e ributtarsi in quel vicoletto che non mi ricordo il nome e che spunta a Piazza del Gesù. Passare vicino a Santa Chiara e poi prendere Via Mezzocannone a scendere e ritrovarsi di nuovo su Corso Umberto.

Oppure uno può deviare un pò prima e scendere per San Gregorio Armeno.

Al centro di Napoli

Ecco; se lo fate sappiate che in quei 45 minuti (un oretta forse) di cammino avete percorso circa 2000 (quasi 3000 va) anni di storia di Napoli e non ve ne siete nemmeno resi conto. Non sapete che sotto di voi c'è una città costruita dai greci, modificata dai romani, ampliata dagli angioini e dagli svevi, abbellita dai Borbone, massacrata dai Savoia e bombardata dagli americani e gestita male dai contemporanei.

Non vi rendete conto che ogni pietra che calpestate, anche quelle che oramai sono perdute sotto l'asfalto messo da chi ha deciso che i sanpietrini e vasoli (che non lo so come si chiamano in italiano) sono troppo costosi da mantenere, ne ha viste di tutti i colori.

Baci, abbracci, omicidi, furti, dichiarazioni d'amore, di odio, caffè e pizze che nel corso dei secoli i napoletani si sono scambiati in quei vicoli e sotto l'ombra di quei palazzi.

Gente ci ha organizzato matrimoni in quei vicoli, qualcun'altro si è tirato dietro i piatti con la moglie, qualcuno ci è passato dentro un carro funebre, qualcuno ci ha composto canzoni e qualcun'altro contrabbandato l'impossibile. Ma in più di 2000 anni sono cose che capitano.

Non vi siete nemmeno resi conto di aver camminato sulle stesse pietre calpestate da gente del calibro di Totò, Eduardo de Filippo, Benedetto Croce, Gianbattista Vico, Antonio Genovesi, Bud Spencer, Luciano De Crescenzo, Pino Daniele e altre centinaia di nomi che se volessi potrei stare a scriverli per 5-6 giorni e sicuramente me ne scorderei qualcuno importante.

Perchè secondo me la Napoli vera non è quella da dove si vede il Vesuvio, ma quella dove il Vesuvio si vede solo se sali rigorosamente a piedi, al massimo usando uno di quegli ascensori antichi che ancora funzionano, sul terrazzo di qualche palazzo antico di Napoli.

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